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Sconvolta da reazione sinistra su Ventotene

Sconvolta da reazione sinistra su Ventotene



“Ventotene? Non ho insultato nessuno”. E’ quanto ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi, giovedì 20 marzo, parlando ai cronisti a margine del Consiglio Ue di Bruxelles a proposito delle polemiche dell’opposizione dopo la lettura di ieri del testo del Manifesto in aula alla Camera. Tensione che si è ripetuta anche oggi al Senato. “Sono sconvolta dalla reazione alle mie parole su Ventotene” ribadisce la premier.

Citando in Aula il Manifesto di Ventotene “volevo capire qual è il messaggio che si vuole dare quando si distribuisce quel testo”. “A me sembra abbastanza semplice ed è un tema politico, perché io ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto di quel manifesto, e cioè che il popolo non è in grado di autodeterminarsi e che, quindi, va educato e non ascoltato, sia purtroppo abbastanza strutturata nella sinistra anche di oggi. E ne abbiamo avuti moltissimi esempi: ricordo degli straordinari editoriali di Eugenio Scalfari, dove ci spiegava che l’unica forma di democrazia è l’oligarchia…”.

“Diceva Chesterton: rispetto gli uomini e la loro vita ma rivendico quando non sono d’accordo con le loro idee, di non essere d’accordo con le loro idee. Non sono d’accordo con quello che leggo su quel testo, ma questo non vuol dire insultare, come mi è stato detto. Io sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto ieri in Aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie”.

“Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura, penso che stia uscendo fuori un’anima illiberale, nostalgica. Penso che fosse una reazione assolutamente, totalmente scomposta”. “Io – ha rimarcato Meloni – non ho insultato nessuno, quella insultata sono stata io, e ampiamente. Mi pare che ci sia una sinistra che ha delle difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri. Io non ho difficoltà a confrontarmi con le idee degli altri, ma sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia. Il problema credo che ce l’abbiano altri…”.

Ucraina

Nelle conclusioni del Consiglio Ue “viene mantenuto il sostegno all’Ucraina, si sostengono anche gli sforzi americani” come richiesto dall’Italia “per una pace giusta e duratura” e “si fa riferimento anche alla ricostruzione” spiega la premier.

Per dare garanzie di sicurezza all’Ucraina “continuo a ritenere, personalmente, che, tra tutte le strade che abbiamo di fronte o le proposte che ho sentito fare, quella di una estensione dei principi o dell’articolo 5 del trattato della Nato, anche senza l’ingresso immediato dell’Ucraina nella Nato, sarebbe la soluzione più efficace sul lungo periodo“. Servirebbe anche, “secondo me, per svelare eventuali bluff da parte russa. Perché, se la Russia non ha in animo di tornare a invadere l’Ucraina, perché dovrebbe opporsi a delle garanzie di sicurezza che sono solamente difensive? Per cui io continuo a porre questa questione che mi pare anche cresca nel consenso”.

Dazi

E’ opportuno usare “prudenza” nella risposta ai dazi, applicati dagli Usa sulle merci importate dall’Ue, perché le “conseguenze” potrebbero essere preoccupanti. In Aula a Roma, ricorda, “ho detto che secondo me bisogna essere un po’ prudenti in una risposta automatica, perché sono preoccupata dalle conseguenze e l’ho spiegato. I dazi producono una spinta inflattiva, una spinta inflattiva può portare all’aumento dei tassi della Banca Centrale Europea, se aumentano i tassi la crescita si comprime. Stiamo facendo adesso il vertice euro con Christine Lagarde, con la governatrice della Banca Centrale Europea e con Paschal Donohoe”, presidente dell’Eurogruppo. Lagarde, continua Meloni, “ha dato un dato che secondo me è molto interessante: parlava di una stima di possibile contrazione della crescita in Europa con i dazi dello 0,3%, che arriverebbe allo 0,5% se noi rispondessimo. Si conferma, quindi, che dobbiamo fare attenzione al tipo di risposta da dare. Trovo che sia stato lucido da parte della Commissione rinviare di qualche giorno, per consentire di fare una valutazione più basata sui dati e uno studio più efficace di quali sono le conseguenze”.

Difesa

Non c’è assolutamente una chiusura italiana ai prestiti (per le spese nella difesa, ndr.), ma questa è una scelta che noi dovremo valutare alla fine. Alcuni dei dettagli di questi strumenti che vengono messi a disposizione sono ancora in discussione: finché noi non abbiamo la chiarezza su quei dettagli, non capiamo neanche l’impatto che hanno e quindi non è una risposta che posso dare oggi” aggiunge Meloni. Le garanzie europee chieste dall’Italia, informa, “non sono eurobond”. “Ci sono degli strumenti nell’Unione europea, come Invest-Eu, che mettono delle garanzie europee sugli investimenti pubblici ed è quello che noi stiamo prevedendo, che è una cosa diversa dagli eurobond. Fermo restando, che per me si può discutere anche di eurobond, ma non è questa la proposta che sta facendo l’Italia”.

Nelle conclusioni di questo Consiglio europeo, spiega Meloni, “nella parte sulla competitività si fa riferimento anche alla proposta italiana, legata a Invest-Eu per il piano della difesa“. “Noi abbiamo chiesto di aggiungere al lavoro che è stato fatto – che però carica tutto l’impegno per il settore difesa sul bilancio degli Stati nazionali – un’iniziativa che potesse mettere garanzie europee sugli investimenti privati. Questa proposta attualmente è prevista nelle conclusioni del Consiglio. Quindi si va verso un piano più ampio, che prevede anche quello che ha proposto l’Italia”, rivendica la presidente del Consiglio.

Per quanto riguarda l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità per le spese nella difesa, “questo è un dibattito che dobbiamo ancora aprire e secondo me l’orizzonte di aprile è un tantino ravvicinato. Forse su questo dovremmo prenderci un po’ più di tempo”.

Ursula von der Leyen dice che bisogna prepararsi alla guerra se si vuole evitarla? “Su questo io mi permetto di consigliare un po’ di prudenza. Chiaramente, noi dobbiamo fare la nostra parte di lavoro per difendere la sicurezza dei nostri cittadini. Ho spiegato già che la questione della sicurezza non è legata solamente al riarmo. Il dominio della sicurezza oggi è estremamente ampio“.

“Ho parlato oggi con von der Leyen di che cosa intendo per sicurezza e difesa, per avere la certezza che le risorse che stiamo mettendo a disposizione possano essere utilizzate per la difesa dei confini, per la cybersicurezza, per le infrastrutture strategiche. Dopodiché, secondo me bisogna essere un po’ prudenti su alcuni messaggi che stanno disorientando i cittadini europei, in particolare quelli di Nazioni che sono un po’ più lontane dal confine con la Russia”, ha messo in guardia Meloni.

Lista europea Paesi sicuri

Nelle conclusioni del Consiglio Ue, aggiunge Meloni, “si fa riferimento all’ultima lettera inviata dalla presidente von der Leyen” che parla del “nuovo regolamento rimpatri: un documento che sosteniamo con forza, che prevede tra le altre cose anche hub nei Paesi terzi per processare le richieste di asilo“, sulla scia del lavoro avviato dall’Italia con il protocollo Italia-Albania.

“C’è la richiesta dell’anticipo della soluzione sul concetto di Paese sicuro e c’è anche l’impegno ad anticipare una lista europea dei Paesi sicuri, che risolverebbe molte delle questioni che abbiamo discusso in queste settimane” sottolinea la presidente del Consiglio.

Casa Bianca

Se andrò alla Casa Bianca? “Sì, andrò a Washington ma non so ancora quando”, risponde Giorgia Meloni ai cronisti oggi, giovedì 20 marzo, a margine del Consiglio Ue di Bruxelles.

Competitività

Sulla competitività, tema al centro del Consiglio Ue, rileva Meloni, “si procede nella giusta direzione”. “Ci sono alcune buone notizie: la semplificazione finalmente va verso una sua agenda ad hoc con obiettivi ambiziosi. La richiesta italiana è di arrivare a un taglio degli oneri amministrativi e burocratici per tutti almeno del 25% e per le Pmi almeno del 35% con un orizzonte temporale che per noi è il 2025. Su questo c’è un impegno importante delle istituzioni Ue”.

Automotive

Una “buona notizia” che arriva dal Consiglio Ue riguarda l’industria, aggiunge la premier, perché “entrano per la prima volta nelle conclusioni del Consiglio il riferimento alla neutralità tecnologica e alcune risposte molto importanti sul settore dell’automotive“.

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