«Re Carlo d’Inghilterra, nel suo discorso a Roma, ha rivendicato con orgoglio il ruolo dell’Inghilterra nell’unificazione italiana. È una verità che noi neoborbonici denunciamo da oltre trent’anni, ma che per troppo tempo è stata ignorata o derisa», dichiara Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico. «Il sostegno inglese a Garibaldi e ai Mille – prosegue – non fu casuale: due navi della marina britannica vegliavano sullo sbarco a Marsala, e quel sostegno si basava su interessi strategici, economici e politici legati anche alla guerra degli zolfi e al controllo del Mediterraneo. Tutto questo avviene nel silenzio o con la complicità di una parte della storiografia ufficiale, mentre solo studiosi indipendenti, come il prof. Di Rienzo o l’accademico inglese John Davis, e noi neoborbonici, hanno denunciato la verità».
De Crescenzo critica anche l’assenza di riferimenti nel discorso del re agli accordi con i Savoia, alle calunnie dei vari Gladstone e alla propaganda massonica che sostenne il progetto unitario: «Non è un caso che Cavour, Mazzini e lo stesso Garibaldi fossero di casa nel Regno Unito. Quando nel 1864 Garibaldi visitò Londra, scoppiò una vera e propria ‘Garibaldimania’. Ma come si diffonde, in un mondo senza internet e televisione, se non con un’imponente macchina di propaganda?». Infine, una provocazione: «Il biscotto Garibaldi, simbolo di quell’epoca, viene ancora venduto in Inghilterra. Ma noi preferiamo pastiere, cassate e babà. E magari li invieremo a re Carlo, insieme a una richiesta di integrazione del suo discorso e – perché no – anche di scuse formali agli ex abitanti del Regno delle Due Sicilie, per quella che fu un’unificazione imposta e devastante».