L’intelligenza artificiale rappresenta un alleato potente che sta già rivoluzionando i processi e gli step della ricerca in campo oncologico. E’ questo quello che emerso nel corso dell’appuntamento, ospitato questa mattina presso la sede dell’Università Giustino Fortunato di Benevento, e che ha visto protagonista Antonio Iavarone, scienziato, oncologo di fama internazionale oggi vicedirettore del Sylvester Cancer Center dell’Università di Miami.
‘Nel campo dell’oncologia – ha spiegato il medico sannita originario di Montesarchio – si sta comprendendo già da tempo che la capacità di gestire e interpretare immensi volumi di dati può marcare la differenza nelle aspettative di vita del paziente. Si aprono così nuovi filoni di ricerca’.
Dopo oltre 20 anni, Iavarone ha lasciato la Columbia University di New York per approdare al Cancer Center di Miami, dove oggi è alla guida di una struttura all’avanguardia dedicata alla ricerca e alla cura dei tumori cerebrali con la finalità di arrivare sempre più alla personalizzazione delle cure. Uno degli strumenti più innovativi sviluppati dal suo team è Sphinks, un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale che analizza i dati delle proteine tumorali per identificare nuovi bersagli terapeutici. ‘L’intelligenza artificiale è uno strumento crucialmente importante’, spiega lo scienziato italiano, ‘ma è inutile dove a mancare sono in primis i centri di ricerca dedicati allo sviluppo e allo studio delle diverse applicazioni di tali tecnologie in campo medico’.
Le possibilità di vita, dunque, per un malato di tumore sono strettamente connesse con la capacità del sistema sanitario di implementare le nuove tecnologie, come appunto l’Intelligenza artificiale, mettendole poi a disposizione dei pazienti. ‘In Italia manca questo – ha spiegato il professore Iavarone -. Il problema grande è che la stessa popolazione non ne abbia contezza e non faccia nulla per pretendere che le cose migliorino.
L’intervista nel servizio video