”L’America non sopporterà ancora a lungo” la posizione sul cessate il fuoco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha ”fatto la peggiore dichiarazione che potesse fare” dicendo che la fine della guerra con la Russia è ancora ”molto molto lontana”. Ad attaccare ancora dopo lo scontro nello Studio Ovale è il presidente americano Donald Trump sul suo social Truth, affermando che le parole pronunciate oggi da Zelensky sono una dimostrazione che ”non vuole che ci sia la pace”.
Ma, ha aggiunto Trump, ”l’Europa, nell’incontro avuto con Zelensky, ha dichiarato senza mezzi termini che non si può lavorare senza gli Stati Uniti”.
“Siamo ad un momento di svolta, ad un crocevia della storia”, aveva infatti spiegato al vertice Ue il premier britannico Starmer. Il ruolo centrale dell’Europa, ribadiva, deve essere abbinato alla collaborazione con gli Usa. “L’Europa deve fare il lavoro duro, ma per difendere la pace nel nostro continente e per avere successo questo sforzo deve essere fortemente sostenuto dagli Stati Uniti”, le parole del primo ministro.
Dal canto suo, Zelensky oggi è tornato a commentare il pressing Usa sulle sue dimissioni dopo l’imboscata tesa da Trump e Vance nello Studio Ovale.
Da Londra, dove è stato accolto con calore dai leader europei e da Re Carlo, Zelensky ha infatti rilanciato: “Non sarà così facile sostituirmi” alla guida di un Paese in guerra da oltre tre anni contro la Russia. Nelle dichiarazioni rilasciate prima della partenza dal Regno Unito, Zelensky si era detto pronto a dimettersi “in cambio dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato”.
“Se ci sarà la Nato e la fine della guerra, allora avrò completato la mia missione”, aveva ribadito Zelensky. Ma, aveva aggiunto, per sbarazzarsi di lui, come vuole il Cremlino, “non sarà solo sufficiente organizzare elezioni. Bisognerà anche impedirmi di partecipare. Cosa un poco più complicata”.
Poi le parole che hanno scatenato l’ira del tycoon: Zelensky ha detto infatto che “la strada da percorrere” per giungere alla fine della guerra con la Russia “è ancora lunga” e che un accordo per porre fine al conflitto deve essere “onesto”, “equo” e “stabile”. “Devono inoltre esserci garanzie di sicurezza molto specifiche”. L’Ucraina, ha sottolineato, “non sta parlando” di alcuna concessione oggi, perché sarebbe “sbagliato” e sta “ascoltando segnali da vari partner”.