Tra il 2021 e il 2023 il reddito disponibile delle famiglie irpine e sannite è cresciuto, ma in termini pro-capite, ossia in rapporto alla popolazione residente, i valori restano tra i più bassi d’Italia. È quanto emerge dall’analisi di Unioncamere-Centro Studi Guglielmo Tagliacarne.
In provincia di Avellino il reddito disponibile è aumentato dell’11,56%, in linea con la media nazionale (+11,3%), mentre a Benevento la crescita si è fermata al 10,3%, leggermente sotto il dato del Sud Italia (+10,9%).
Secondo il report a trainare il Mezzogiorno è stato soprattutto l’aumento del reddito da lavoro dipendente, che ha registrato un +12,5%, con punte del 14,2% in Abruzzo e del 13,8% in Sicilia. Tuttavia, il forte incremento dell’inflazione (+14,2% nello stesso periodo) ha eroso il potere d’acquisto, limitando i benefici della crescita.
Nonostante il miglioramento complessivo, Irpinia e Sannio restano, al 2023, tra le ultime in Italia per reddito disponibile pro-capite. Su 107 province, Benevento si colloca al 103esimo posto, con un reddito medio di 15.126 euro per abitante, mentre Avellino è 96esima, con 15.960 euro.
In Campania, solo Caserta fa peggio (106esima con 14.683 euro), mentre Napoli si attesta all’88° posto (16.734 euro) e Salerno al 79° (17.644 euro). Valori ancora molto lontani dalle province più ricche del Nord, come Milano (34.885 euro) o Bolzano (31.160 euro).
Per colmare il divario con il resto d’Italia, gli esperti indicano la necessità di incentivi alle imprese, sostegno all’occupazione giovanile e maggiori investimenti infrastrutturali, fondamentali per rendere il Sud più competitivo nel lungo periodo.