Nella sede dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Benevento si è svolto un incontro molto atteso in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra oggi. La Presidente dell’Ordine Francesca Oliveri ha accolto, assieme al dottor Formato (presidente CAI), al dottor Forgione (vicepresidente CAI) e il dottor Iannelli (membro CAI) i coordinatori infermieristici dei Pronto Soccorso cittadini: il dottor Rescia dell’AORN San Pio e la dottoressa De Lucia dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” Fbf, a loro volta accompagnati da una rappresentanza del personale infermieristico: dottor Gogliani (Fbf), dottor Altieri (Fbf), dottoressa Panella.
Alla luce dei recenti fatti di cronaca che narrano dell’ennesima aggressione nei confronti degli operatori sanitari, la presidente Olivieri ha affrontato la questione assieme a chi, suo malgrado, si ritrova spesso ad esserne vittima, ritenendo che esprimere solidarietà limitandosi a pubblicare articoli giornalistici, non serve ad arginare il problema. E’ necessario confrontarsi e lavorare in sinergia, per proporre azioni concrete e strategie condivise che coinvolgano i tre attori principali della questione: le direzioni ospedaliere, i professionisti sanitari e i cittadini.
Molti infermieri sono demotivati a causa delle difficili condizioni di lavoro: la perenne carenza di risorse, l’elevato carico di lavoro, la pressione costante e l’incertezza legata al trattamento dei pazienti, che spesso rimangono molti più giorni del dovuto in PS, contribuiscono a creare un ambiente di lavoro estremamente stressante.
I coordinatori denunciano che queste circostanze, conducono molti professionisti a chiedere di essere trasferiti in altre Unità Operative, istanze raramente prese in considerazione dalle direzioni anch’esse in difficoltà a reclutare personale. Molti infermieri si trovano ormai al limite, vivendo anche fenomeni di burn-out, un esaurimento fisico e psicologico che rende difficile proseguire nel loro lavoro con la giusta motivazione e passione.
In sostanza, la demotivazione non deriva solo dalla fatica fisica, ma anche dalla frustrazione di lavorare in un sistema che spesso non offre il giusto supporto né le risorse necessarie, con il risultato di un costante senso di insoddisfazione e disillusione.
“Ma, nonostante tutte le premesse, nessun vittimismo” ha detto Olivieri. “Gli infermieri percepiscono le manifestazioni violente come una sconfitta collettiva: una ferita per i professionisti, per l’intero sistema sanitario e per la comunità”.
“Occorre ottimizzare le risorse umane” hanno sottolineato gli infermieri dei PS cittadini, facendo presente che anche l’importante fase della rivalutazione del codice triage assegnato al paziente diviene ancora più complessa in un ambiente poco sereno, con pazienti poco complianti e con il poco tempo che si ha a disposizione. C’è necessità di rivedere i modelli organizzativi utilizzati, e prendere ad esempio realtà virtuose presenti sul territorio nazionale anche con attività di gemellaggio tra team! Sarebbe necessario rimodulare l’attività del personale di supporto, altro elemento utilissimo per evitare conflitti, poichè pazienti più anziani e fragili con comorbilita’ importanti, hanno bisogno di cure specialistiche, di esami diagnostici, di terapie mirate e tempestive , ma hanno anche costante bisogno di essere accuditi e sostenuti nei loro bisogni primari di idratazione, alimentazione ed igiene, e quando questi bisogni sono prontamente soddisfatti, i familiari ed i pazienti stessi restano più sereni e collaborativi anche di fronte a lunghi tempi di permanenza nei P.S..
È necessario continuare ad investire nella formazione per aggiornare le competenze e le conoscenze di linee guida e buone pratiche ma soprattutto insistere costantemente nel formare in tema di comunicazione, per sviluppare competenze comunicative ed essere in grado di gestire i conflitti; la comunicazione efficace è una skill imprescindibile per tutti i professionisti, e non è piu’ da considerarsi una dote caratteriale. Occorre lavorare molto per creare team con solide competenze in questo ambito.
Il dott. F. Formato Presidente Commissione Albo dell’Opi Bn in aggiunta a quanto discusso, propone l’introduzione dell’ “infermiere di processo” Si tratta di una figura infermieristica che svolge un ruolo di confine tra il Triage, l’assistenza, l’informazione e il controllo del processo. Altra ipotesi da prendere in considerazione è quella di predisporre uno “sportello di supporto e comunicazione” che sia di supporto agli accompagnatori. Un sistema efficace e già sperimentato in altre realtà utile ad informare i familiari sul significato del codice assegnato, su eventuali cause di prolungamento delle attese (emergenze, arrivo di codici più urgenti, ecc.).
Per la sensibilizzazione sul tema dei cittadini/utenti si conviene di puntare su percorsi educativi rivolti ai giovani studenti, proponendo campagne di comunicazione sul valore sociale e sul ruolo di medici, infermieri e di tutto il personale che presta cure alla popolazione, intraprendendo progetti volti ad accrescere la fiducia e la stima verso il personale sanitario fin da un’età precoce!
Dall’incontro emerge anche l’esigenza di maggior supporto da parte delle forze dell’ordine, sarebbe opportuno elaborare dei percorsi e dei protocolli d’intesa opportunamente condivisi.
L’incontro si è concluso con un forte senso di urgenza e determinazione ad agire. La presidente Olivieri saluta tutti i partecipanti dichiarando che “solo studiando e concordando strategie mirate possiamo garantire la sicurezza dei nostri professionisti e la qualità del servizio offerto agli utenti”. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Benevento è disposto a lavorare intensamente in quest’ambito, e questo primo incontro ne è la testimonianza.