Dopo la sciagura, la domanda ora sulla bocca di tutti è “perché”. Tutti si chiedono quali possano essere le cause del disastro della funivia del Monte Faito, gestita dall’Ente autonomo Volturno (Eav). Ieri, un cavo traente si è rotto, lasciando le due cabine sospese nel vuoto. Per quella a valle sono stati tratti in salvo i passeggeri, per la cabina a monte un tragico destino: è precipitata nel dirupo, causando la morte di quattro persone e il ferimento di una quinta, ricoverata in gravi condizioni.
Le vittime sono state dentificate: si tratta di Janan Suliman, ragazza araba di 25 anni con cittadinanza israeliana, di due cittadini britannici, Elaine Margaret Winn, 58 anni, e suo fratello Graeme Derek Winn, 65 anni, oltre al macchinista dell’Eav, Carmine Parlato, 59 anni, nato a Vico Equense, già identificato ieri. È ricoverato all’Ospedale del Mare e sarà sottoposto ad intervento, invece, Thabet Suliman, di 23 anni, fratello di Janan, unico sopravvissuto del disastro ferroviario.