Una lettera alla dirigente dell’istituto Galilei Vetrone, Antonella Gramazio, per chiedere il ritorno dell’indirizzo CAT (Costrizoni, Ambiente e Territorio) alla sede storica di piazza Risorgimento. A firmare la richiesta 207 persone tra docenti, personale scolastico, genitori e studenti. Troppe le criticità constatate nei cinque mesi di permanenza all’interno del plesso di contrada Piano Cappelle.
Diverse anche le motivazioni che hanno spinto alla sottoscrizione del documento. ‘In 5 mesi di permanenza presso codesta sede di Piano Cappelle, nulla corrisponde a quanto ci era stato proposto. Era, infatti, stato prospettato e proposto uno spostamento momentaneo e non una regressione, che conoscendo lo stato di fatto non può essere temporanea’.
I firmatari vedono come snaturata l’essenza stessa del corso di studi ‘Geometra’, sottolineando che lo spostamento della sede può essere la causa di una diminuzione delle iscrizioni. ‘Un tempo – continuano – l’indirizzo era parte integrante del Galilei-Vetrone in considerazione che lo stesso è nato come Istituto per Geometri. Oggi, quando si presenta all’esterno l’indirizzo CAT lo si associa ad una entità: Polo Tecnico che, è lontana al concetto di unità quale era il Galilei-Vetrone. Inoltre, il fisiologico calo delle iscrizioni agli Istituti superiori è acuito anche dalla localizzazione della sede, fuori dal centro urbano’.
E aggiungono: ‘L’Indirizzo CAT, nella condizione in cui versa, con quello che offre codesta Sede, è umiliato e sminuito, impoverito di quella dignità che lo ha da sempre contraddistinto. Nell’attuale sede, gli allievi del CAT sono relegati e condizionati per ogni relazione con il mondo esterno, condizionati da poche corse di autobus. Non è possibile fare ingressi e/o uscite anticipate e/o posticipate, anche se autorizzate dal tutore legale. Banalmente non è possibile neanche comprare un panino prima dell’ingresso a scuola, per mangiare qualcosa bisogna aspettare che arrivino gli snack nell’unico chiosco presente nella struttura’.
Segnalate, inoltre, problematiche per l’accesso a strutture e strumentazioni scolastiche. ‘Il laboratorio sui materiali è confinato nel vano tecnico di una scala perché non ci sono locali, forse se tutto va bene potrebbe essere collocato in un altro edificio attiguo. L’Unisannio con la quale abbiamo avuto sempre un proficuo e costante rapporto ha realizzato il nuovo e tecnologicamente avanzato laboratorio di Prove sui Materiali ma per l’indirizzo CAT, nelle attuali condizioni, è impossibile accedervi se non attraverso lunghe e fastidiose procedure burocratiche autorizzative, cosa impensabile negli anni passati’.
Non mancherebbero, poi, limiti infrastrutturali. “L’assenza di una decente connessione Internet non permette il funzionamento di laboratori per la modellazione-elaborazione grafica impedendo lo svolgimento delle normali attività didattiche. E la localizzazione dell’Istituto che determina la carenza di tutto quanto lamentato, è noto che la zona periferica riceve meno attenzione rispetto alle altre ed è attrezzata diversamente: grandi locali e depositi commerciali, vivai, infrastrutture sanitarie. Con questo stato di fatto quindi non può nascere l’esigenza di aumentare i collegamenti con altre zone, spesso gli studenti fuori sede che arrivano a Benevento, perdendo una corsa di Autobus, fanno chilometri a piedi. Per contro sappiamo che sono decenni che si cerca di migliorare la situazione dell’Istituto ma quanto ottenuto è il massimo.’
In conclusione, i 207 firmatari rivolgono una richiesta ben precisa alla dirigente. ‘Quando ci viene risposto che dobbiamo pazientare perché si sta provvedendo ad eliminare gli inconvenienti, noi con fermezza rispondiamo che non abbiamo tempo: gli anni delle superiori sono fondamentali per lo sviluppo di un ragazzo adolescente e non torneranno più. Cinque mesi di “parcheggio”, questo è quello che stiamo subendo, è già troppo. Per gli studenti del CAT è importante la formazione tecnica e pertanto chiedono di poter esercitare il proprio diritto allo studio in maniera serena, proficua e produttiva e pertanto, si ribadisce, chiediamo di attivare immediatamente tutte le procedure per il ritorno alla propria sede così come è stato fatto per arrivare nella attuale sede. Nulla è irreversibile’.