Debutta in prima nazionale martedì 11 marzo La Scuola di Ballo con la regia del sannita Enrico Torzillo, nuova produzione del Teatro Metastasio di Prato con la co-produzione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.
Continua la carriera del giovane sannita Torzillo che, avendo mosso i primi passi artistici alla SOLOT – Compagnia Stabile di Benevento, dopo il trasferimento a Roma e la laurea in Regia Teatrale presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, lavora, prima, per diversi anni, come attore, per poi concentrarsi sulla regia.
Dopo aver curato la messa in scena di numerosi importanti testi d’autore e aver lavorato con grandi figure del teatro italiano come Gabriele Lavia, debutta al Teatro Fabbricone di Prato con un testo meno noto di Carlo Goldoni. La Scuola di Ballo è, infatti, un’opera in versi ambientata nel mondo della danza classica. Una commedia che esplora un microcosmo intimo e angusto, governato dalla necessità e dall’ambizione di una società che lotta per emergere. Un mondo in cui l’arte, la danza e lo spettacolo si legano al potere e alla seduzione. Un testo vezzoso che scava in profondità nei temi del riscatto sociale e della lotta per la sopravvivenza in un mondo che cambia, che minaccia con la fame e la vecchiaia, col richiamo del sesso e della ricerca dell’amore.
Lo spettacolo, in bilico tra la prosa, l’operetta e il musical, diventa il simbolo di un mondo che vuole a tutti i costi tenere solide le catene della tradizione, che lotta contro il rischio di scomparire davanti alla modernità. Il continuo scontro tra vecchio e nuovo, tra la rigida tecnica della danza classica e il desiderio di ricerca di un nuovo stile. Una lotta che, oggi più che mai, risuona forte anche in teatro, dove forse, alle volte, si dà un po’ troppo per scontata la soluzione unica di abbandonare le radici.
È una vera e propria previsione del futuro quella che, con questo testo, Goldoni fa centinaia di anni prima. Attraverso la danza, ci pone una domanda universale: quanto bisogna sacrificare del nostro passato per guardare al futuro, nella vita? E sul palcoscenico? La danza, attraversata come una via dolorosa, una lotta che richiede sacrifici estremi, trattati, però, con grottesca comicità. In un vero e proprio labirinto di fantasmi e rime, si fonde una ragnatela di storie, estetica, musica e corpi. La Scuola di Ballo, garantendo sempre una pesante leggerezza, consegna una riflessione potente sulla costante ricerca di sé stessi in un mondo che sembra prediligere, a prescindere, il contenuto alla forma, dandoci coraggio nel non dar nulla per scontato. Un mondo antico, dunque, ma straordinariamente attuale, in cui la danza e il teatro, forse danzando un pas de deux, si chiedono costantemente: “cosa siamo disposti a fare per sconfiggere la morte?”.