Si è tenuto dinanzi alla Corte D’ Appello di Napoli il processo d’ appello scaturito a seguito della nota Operazione British, a carico dei pregiudicati Marco Iovino (58 anni di Bonea); Maurizio Arena (47 anni di Montesarchio); Gaetano Arena (45 anni di Montesarchio), tutti assistiti dall’avvocato Vittorio Fucci, e di altri tre imputati.
Come si ricorderà l’inchiesta riguardava il traffico di droga in Valle Caudina e in particolare a Montesarchio, che portò a 11 ordinanze di custodia cautelare e che era fondata su intercettazioni ambientali, telefoniche, riprese di videocamere, sequestri di droga, appostamenti delle forze dell’ ordine e dichiarazioni di diversi acquirenti intercettati dai carabinieri.
A Iovino, al momento dell’ esecuzione dell’ ordinanza di custodia cautelare, fu fatta una perquisizione dai carabinieri, che rinvennero 209 grammi di cocaina e due pistole con matricola abrasa. A seguito del clamoroso ritrovamento, fu eseguito allo stesso tempo anche l’arresto in flagranza per il 58enne, finito in manette due volte: una volta per l’ ordinanza cautelare dell’Operazione British e la seconda per la detenzione di droga ai fini di spaccio, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione. A lui e ai fratelli Arena era stato contestato un ruolo primario nel traffico di droga in Valle Caudina.
In primo grado Maurizio Arena fu condannato alla pena di 8 mesi di reclusione (nonostante la richiesta del Pm fosse di 4 anni e 4 mesi di reclusione), Gaetano Arena a 4 anni e 2 mesi (in passato era stato condannato per omicidio volontario) e Marco Iovino alla pena di 5 anni e 4 mesi.
La Corte D’ Appello ha oggi confermato le condanne per 5 imputati e, accogliendo le richieste dell’avvocato Vittorio Fucci, ha ridotto ulteriormente la pena – di un mese – a Marco Iovino. Secondo quanto riferito dal legale difensore, il 58enne e i fratelli Arena “non torneranno più in carcere per questo processo dato che le pene che rimangono a loro da scontare sono inferiori ai 4 anni e quindi vi sono i presupposti per la sospensione dell’ ordine di esecuzione”. Lo stesso Fucci ha anche annunciato ricorso in Cassazione.