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Overtourism a Roccaraso: Tra Misure Draconiane, Stereotipi e la Necessità di un Dialogo Costruttivo

Overtourism a Roccaraso: Tra Misure Draconiane, Stereotipi e la Necessità di un Dialogo Costruttivo

Introduzione: La Crisi del Turismo di Massa e le Sue Conseguenze

Negli ultimi anni, il fenomeno dell’overtourism ha colpito numerose destinazioni in tutto il mondo, trasformando paradisi naturali e borghi storici in luoghi sovraffollati, con conseguenze devastanti per l’ambiente, le infrastrutture e le comunità locali. Roccaraso, località montana abruzzese celebre per le sue piste da sci e il fascino invernale, non è immune a questa tendenza. Due recenti articoli — uno pubblicato dall’Huffington Post e l’altro da Virgilio Motori — hanno acceso i riflettori sulle misure adottate dal sindaco della cittadina per contrastare l’“invasione” di turisti, tra cui l’introduzione delle targhe alterne per limitare l’accesso alle auto. Tuttavia, a far discutere non è stata solo la politica anti-congiuntura, ma anche le dichiarazioni del primo cittadino in una nota trasmissione televisiva, in cui sembrava associare comportamenti incivili e degrado ambientale a specifiche categorie di visitatori, tra cui i napoletani.

Questo articolo esplorerà:

  1. Il contesto dell’overtourism a Roccaraso e le soluzioni proposte;
  2. Le polemiche legate alle parole del sindaco;
  3. Una riflessione personale sul rapporto tra identità territoriale, rispetto ambientale e pregiudizi.

1. Overtourism a Roccaraso: Numeri, Criticità e la Soluzione delle Targhe Alterne

Secondo i dati riportati dallHuffington Post, Roccaraso ha registrato nel 2024 un incremento del 40% di presenze turistiche rispetto agli anni pre-pandemici. Un boom guidato dalla crescente popolarità degli sport invernali, dalla promozione aggressiva su social media come TikTok e Instagram, e dall’apertura di nuovi resort di lusso. Tuttavia, questa crescita ha portato con sé problemi strutturali:

  • Traffico caotico nelle strade principali, con code fino a 10 km nei weekend di picco;
  • Rifiuti abbandonati ai margini delle piste e nei boschi circostanti;
  • Sovraccarico dei servizi igienici pubblici e delle strutture ricettive;
  • Impatto sulla fauna locale, con segnalazioni di animali costretti a spostarsi dalle loro aree naturali.

Per fronteggiare l’emergenza, il sindaco ha annunciato l’introduzione di targhe alterne durante i periodi di alta stagione, un provvedimento già utilizzato in città come Roma e Milano per ridurre l’inquinamento. Secondo il piano, le auto con targa pari potranno accedere al centro cittadino nei giorni pari, e quelle con targa dispari nei giorni dispari. Una scelta che, come riporta Virgilio Motori, ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi la definisce “necessaria” per salvare l’ecosistema montano e chi la condanna come “discriminatoria” verso i turisti provenienti da regioni lontane.

Ma il nodo più spinoso è emerso durante un’intervista televisiva del 29 gennaio, quando il sindaco — rispondendo a una domanda sui comportamenti incivili — ha dichiarato: «Certi visitatori, soprattutto da alcune zone del Sud, faticano a rispettare le regole basilari. Abbiamo visto napoletani lasciare rifiuti per strada e parcheggiare in aree protette. Non è razzismo, è realtà».


2. La Polemica: Stereotipi Territoriali e la Pericolosa Generalizzazione

Le parole del sindaco hanno scatenato un putiferio sui social e non solo. Associazioni culturali, politici e cittadini napoletani hanno accusato il primo cittadino di alimentare pregiudizi antimeridionali, ricordando che l’inciviltà non ha provenienza geografica. Tra i commenti più virali, quello dell’attivista ambientale Maria De Vivo: «A Napoli abbiamo lanciato campagne di riciclo premiante e tour eco-friendly. Generalizzare è sempre sbagliato».

Certo, è innegabile che in ogni flusso turistico ci siano individui maleducati. Tuttavia, associare un’intera città — per di più simbolo di vitalità e accoglienza come Napoli — a comportamenti negativi rischia di trasformare una legittima denuncia contro l’inciviltà in un’inaccettabile stigmatizzazione collettiva. Come sottolinea lo storico Carlo Greppi in un’analisi per Repubblica«Gli stereotipi sul Sud sono un retaggio del colonialismo interno italiano. Usarli per gestire il turismo è miope e pericoloso».

Il sindaco, contattato per un chiarimento, ha precisato: «Il mio intento non era offendere i napoletani, ma evidenziare episodi specifici. Roccaraso accoglie tutti, purché nel rispetto dell’ambiente». Tuttavia, il danno era ormai fatto.


3. Riflessione Personale: Perché un Napoletano Sceglie di Non Andare a Roccaraso (E Non È una Questione di Traffico)

Scrivo queste righe da napoletano. Da cittadino che, come molti nella mia città, ha a cuore la tutela del territorio e combatte ogni giorno contro i luoghi comuni. Quando ho sentito le parole del sindaco di Roccaraso, la mia prima reazione è stata di rabbia, seguita da tristezza. Rabbia perché, ancora una volta, Napoli viene dipinta come un covo di incivili. Tristezza perché, in un’epoca in cui dovremmo costruire ponti, c’è chi preferisce alzare muri basati su pregiudizi.

Napoli Non È Quel Che Credi

A Napoli, il rispetto per l’ambiente non è un’utopia. Nel 2023, volontari hanno ripulito 32 tonnellate di rifiuti dalle spiagge di Coroglio e dal Parco Virgiliano. Le scuole organizzano giornate di educazione ambientale, mentre startup locali sviluppano app per il riciclo intelligente. Persino nella caotica Piazza Garibaldi, sono stati installati cestini con sensori anti-overflow. Certo, non siamo perfetti. Ma ridurre una metropoli complessa e vibrante a uno stereotipo da cartolina sporca è ingiusto.

Perché Scegliere di Non Visitare Roccaraso?

Alcuni diranno: «Non andarci per protesta è controproducente!». Altri penseranno: «È solo una gita, cosa ti cambia?». Eppure, la decisione di evitare Roccaraso non nasce dal risentimento o dalla paura del traffico (i napoletani sono abituati al caos…). Nasce dal rispetto per me stesso e per la mia comunità. Se un rappresentante istituzionale ritiene che i napoletani siano per definizione maleducati, perché dovrei sostenere un’economia turistica che mi dipinge come un problema?

Non è un boicottaggio fine a sé stesso. È una presa di posizione simbolica, per ricordare che il rispetto deve essere reciproco. Scegliere di non spendere i miei soldi in un luogo dove i pregiudizi vengono normalizzati non è un atto di orgoglio ferito, ma un invito al dialogo.

Turismo Sì, Ma Con Coscienza

Il mio amore per le montagne abruzzesi rimane intatto. Ma oggi, da cittadino consapevole, preferisco destinazioni che promuovono un turismo inclusivo e responsabile, senza etichette geografiche. Luoghi come il Cilento, dove le comunità locali collaborano con i visitatori per preservare le aree protette, o le Alpi Trentine, dove progetti come “Alpine Wellness” educano i turisti alla sostenibilità.


4. Overtourism e Identità: Verso una Soluzione Condivisa

La crisi di Roccaraso non è unica. Venezia, Barcellona e Bali affrontano sfide simili. La differenza sta nell’approccio: punire i turisti o educarli? Dividere o unire?

Alcune proposte concrete:

  1. Educazione Ambientale Obbligatoria per chi prenota un soggiorno, con corsi online su riciclo e mobilità sostenibile;
  2. Quote di Accesso basate sulla capacità ricettiva, come già fatto alle Cinque Terre;
  3. Collaborazione Tra Comuni per redistribuire i flussi turistici verso aree meno conosciute;
  4. Campagne di Comunicazione che celebrino la diversità culturale invece di contrapporre Nord e Sud.

Il Turismo del Futuro Sarà Etico o Non Sarà

Le parole del sindaco di Roccaraso ci ricordano una verità scomoda: l’overtourism non è solo una questione di numeri, ma di relazioni umane. Criminalizzare intere categorie di persone non risolve il problema; anzi, alimenta risentimenti e divisioni.

Da napoletano, continuerò a lottare per un turismo che unisce, che trasforma i visitatori in custodi temporanei dei luoghi che amano. E finché ci saranno sindaci che usano stereotipi come strumento politico, preferirò dedicare il mio tempo e le mie risorse a chi crede nel dialogo.

Perché, in fondo, la montagna più alta da scalare non è il Monte Rosa, ma il pregiudizio.



Postfazione: Un Invito al Sindaco di Roccaraso

Egregio Sindaco,
la invito a Napoli. Non per farle vedere come teniamo pulita la città (anche se ne sarebbe sorpreso), ma per mostrarle il nostro impegno. Forse, dialogando, troveremo una strada per trasformare Roccaraso in un modello di turismo etico, senza bisogno di muri o stereotipi.

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