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San Pio, Barone (Lega): “La Regione ripristini la Stroke Unit di II livello e corregga un’ingiustizia” – NTR24.TV

San Pio, Barone (Lega): “La Regione ripristini la Stroke Unit di II livello e corregga un’ingiustizia” – NTR24.TV


“La marginalizzazione della Stroke Unit di Benevento è il risultato diretto delle scellerate scelte politiche ed organizzative del Pd e degli alleati che guidano la Regione Campania, come dettagliato nel Piano della Rete Ictus 2024 e nei suoi allegati tecnici”. A dirlo è Luigi Barone, responsabile Enti Locali della Lega Salvini Premier in Campania.

“Il Piano regionale, richiamando il DM 70/2015, stabilisce che per mantenere una Stroke Unit di II livello occorre raggiungere una casistica minima di 500 ricoveri annui e garantire la disponibilità di trattamenti avanzati come la trombectomia meccanica. Nel 2023, l’Azienda Ospedaliera San Pio di Benevento non ha raggiunto questi standard: i ricoveri sono stati inferiori alla soglia e non sono state effettuate trombectomie meccaniche nel 2022 e 2023, nonostante la procedura sia ormai uno standard di cura per l’ictus ischemico acuto”, aggiunge Barone.

“Il Piano Ictus  2024 ha assegnato ad Avellino (AO S.G. Moscati) il ruolo di Stroke Unit di II livello anche per la provincia di Benevento, relegando il San Pio a un ruolo marginale, nonostante Benevento abbia una popolazione di oltre 260.000 abitanti e un tasso di ospedalizzazione per ictus significativo (597 casi ischemici e 363 emorragici per milione di abitanti). Il modello organizzativo adottato (Mothership) prevede la centralizzazione dei casi nelle Stroke Unit di II livello solo se i tempi di trasporto sono inferiori a 45 minuti, ma Benevento, per ragioni logistiche e di distanza, non può garantire questa tempistica in modo uniforme, penalizzando così i pazienti del territorio”, prosegue il dirigente della Lega 

“Questa scelta è ancora più grave se si considera che il reparto di Neurologia di Benevento è stato, nel 2004 il primo in regione ad aprire una Stroke Unit, il primo a praticare la trombolisi nell’ictus cerebrale ischemico nel 2010 e, secondo solo alla “Federico II” di Napoli, a realizzare impianti di Duodopa gel intestinale nella malattia di Parkinson. Nel 2017 la Stroke Unit di Benevento era considerata un ‘fiore all’occhiello’ regionale, con risultati clinici superiori alla media nazionale (mortalità del 6,7% contro il 10-15% di altri ospedali campani)”.

Per Barone le “conseguenze delle scelte regionali sono davvero nefaste. La decisione di non potenziare il modello Drip&Ship a Benevento e di non investire nel ripristino della trombectomia meccanica ha portato alla disuguaglianza nell’accesso alle cure con i pazienti beneventani che devono essere trasferiti ad Avellino, con tempi di intervento più lunghi e maggiori rischi di esiti negativi, in contrasto con le linee guida europee che raccomandano trattamenti tempestivi. Inoltre, la chiusura di fatto della Stroke Unit di II livello ha privato Benevento di un reparto ad alta specializzazione, aumentando la dipendenza da altre province e i costi per le famiglie e il sistema sanitario”.

Infine, da Barone un attacco frontale alle scelte della Regione: “Alla luce di quanto previsto dal Piano regionale e delle evidenze storiche e cliniche, è evidente che la Regione Campania, ovvero De Luca, Pd e gli alleati del centrosinistra, attraverso scelte politiche e gestionali, ha penalizzato il territorio sannita, sacrificando la salute dei cittadini per logiche di potere e spartizione territoriale. Questa scelta non è solo tecnica, ma profondamente politica: la mancata valorizzazione di un reparto che ha fatto la storia della neurologia campana è il risultato di una pianificazione regionale che ha favorito altre province, anche attraverso la nomina di direttori generali provenienti da Avellino.

È necessario che la Regione corregga questa ingiustizia, ripristinando la Stroke Unit di II livello a Benevento e garantendo equità, trasparenza e una reale valutazione dei bisogni clinici del territorio, come richiesto anche nell’Allegato del Piano regionale. La salute dei cittadini non può essere sacrificata per logiche di potere territoriale”, conclude Barone. 





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