Il 2 febbraio si celebra la “Giornata internazionale delle zone umide” per sensibilizzare l’opinione pubblica in tutto il mondo sull’importanza di ecosistemi come paludi, acquitrini, torbiere, stagni, zone costiere, ma anche laghi e fiumi. La campagna 2025, intitolata “Proteggere le zone umide per il nostro futuro comune”, sottolinea tra l’altro come la conservazione di questi ambienti naturali sia importante anche per le generazioni successive. Infatti le zone umide forniscono molti servizi ecosistemici: contribuiscono alla fruibilità di acqua dolce, all’attenuazione e regolazione dei fenomeni come le piene dei fiumi, alla fitodepurazione delle acque, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla conservazione della biodiversità.
Anche alcuni ambienti fluviali presenti nella provincia di Benevento rappresentano habitat importanti per numerose specie vegetali e animali, tra cui uccelli acquatici stanziali e migratori. Un esempio è l’area della confluenza del torrente Serretelle con il fiume Calore dove si trova il più grande bosco igrofilo rimasto lungo il Calore. Qui, tra le specie facilmente osservabili in questo periodo dell’anno, i cormorani cercano riparo su alberi “dormitori”, ma anche aironi, anatre e molti passeriformi frequentano la vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua della zona.
Nonostante il loro indiscusso valore, le zone umide stanno scomparendo in tutto il mondo, incluso l’Italia, e quelle rimaste sono minacciate dall’inquinamento e dal continuo aumento del consumo del suolo da parte dell’uomo che comporta inevitabilmente un conflitto con la natura.
Proprio per questo la Lipu di Benevento afferma che serve più che mai una pianificazione territoriale, in concerto con i vari enti pubblici interessati, che tiene in considerazione, su scala larga, le esigenze sia dell’uomo sia dell’ambiente. Nuove opere pubbliche, in particolare nelle vicinanze dei fiumi, richiedono un approfondimento accurato delle conseguenze ambientali e offrono allo stesso tempo anche occasioni, nell’ambito della compensazione ecologica del loro impatto ambientale, di ripristinare aree degradate, ricreare canneti e migliorare la connettività ecologica fra i vari piccoli ambienti umidi residuali.
Un impegno questo, che se concretizzato, darebbe ulteriore valore al territorio dal punto di vista sociale per il benessere dei cittadini sempre più attenti ai temi ambientali sia per questioni di salute sia per lo svago. Solo durante la stagione estiva dello scorso anno, la Lipu ha accompagnato oltre 500 persone, tra gruppi di studenti e escursionisti, in passeggiate naturalistiche lunghi i fiumi beneventani per scoprire insieme questo tipo di zone umide tanto importanti da conservare per il futuro.